DONATE

Cosa sono i GIST

Cosa sono i GIST

 tumori stromali gastrointestinali (GIST) rientrano nella categoria dei sarcomi dei tessuti molli. I sarcomi sono tumori rari, le cui cellule somigliano a quelle che danno origine al tessuto connettivo (muscolare, adiposo, delle pareti vascolari, osseo e cartilagineo). I GIST, in particolare, sono assimilabili a sarcomi che hanno origine nel tratto digerente, dall’esofago all’ano. In particolare, la cellula tumorale mostra somiglianze con particolari cellule chiamate «cellule interstiziali di Cajal», che hanno caratteristiche intermedie fra quelle delle cellule nervose e quelle delle cellule muscolari, e che coordinano le contrazioni automatiche della parete del tratto gastrointestinale

Perché si sviluppano e crescono

La crescita incontrollata delle cellule che è alla base della formazione dei tumori, nei GIST è verosimilmente collegata a una specifica alterazione nel DNA, codice genetico della cellula, che comporta l’attivazione costante di un recettore chiamato KIT. Il recettore KIT (noto anche come CD117) appartiene alla famiglia delle tirosin-e-chinasi ed è responsabile dell’invio di segnali di crescita e di sopravvivenza che partono dalla membrana e arrivano all’interno della cellula. Se è attivato, la cellula rimane viva e cresce o prolifera, anche quando normalmente non lo farebbe. Proprio grazie alla comprensione del meccanismo di trasformazione tumorale, sono state trovare nuove terapie molecolari mirate per questo tipo di tumore, che agiscono direttamente sul recettore alterato «spegnendone» l’attività e bloccando la proliferazione incontrollata delle cellule.

La dimensione del fenomeno

Quante persone si ammalano di tumori stromali del tratto gastrointestinale (GIST)?

Si stima che l’incidenza della malattia (numero di nuovi casi ogni anno) sia pari a 1-1,5 nuovi casi ogni 100.000 abitanti; si ritiene che ogni anno circa 600-900  persone in Italia possano sviluppare un GIST.

C’è differenza di sesso o di età nella frequenza del tumore?

Non ci sono differenze di sesso o di età: ne sono colpiti in pari misura sia gli uomini sia le donne e, anche se sono diagnosticati con maggiore frequenza nelle persone di età superiore a 50 anni, questi tumori possono manifestarsi in ogni fascia di età.

I fattori di rischio

Alcune persone corrono un rischio più alto rispetto ad altre di sviluppare alcune malattie. Ciò può dipendere da diversi fattori di rischio. Un fattore di rischio è quindi ciò che aumenta la probabilità di una persona di contrarre una malattia, come il tumore: avere uno o più fattori di rischio non significa però necessariamente ammalarsi.

In particolare non esistono fattori di rischio propriamente detti per i tumori stromali del tratto gastrointestinale: solo raramente, i GIST si sviluppano in presenza di condizioni che possono predisporre la persona ad ammalarsi, come la
neurofibromatosi di tipo I, la Sindrome di Carney e la Sindrome di
Carney-Stratakis. 

Come si manifestano i tumori stromali del tratto gastrointestinale

I GIST possono manifestarsi attraverso diversi segni: una massa nell’addome, che può diventare palpabile o visibile: la diagnosi di molti GIST avviene infatti perché si riscontra, alla vista o alla palpazione, una massa addominale anomala, che può essere anche rilevata da esami diagnostici eseguiti per altri motivi. Se la massa addominale è voluminosa, può dare luogo a sintomi addominali, quali dolori o disturbi intestinali, a volte vaghi, altre volte collegati alla compressione delle organi vicini;

  • un sanguinamento gastroenterico (dalla bocca o dal retto) o peritoneale: in alcuni casi i GIST vengono diagnosticati in maniera del tutto imprevista, per un sanguinamento dalla bocca o dal retto o peritoneale. In questi casi, si può sviluppare un quadro acuto che richiede un intervento di urgenza;
  • sanguinamenti minori, con conseguente possibile anemia.

E’ comunque da notare che spesso mancano nei GIST alcuni segni tipici, anche in fase relativamente precoce, dei tumori più comuni del tratto gastroenterico, come soprattutto i sanguinamenti minori (sangue occulto nelle feci, ecc.), essenzialmente perché i GIST nascono nella parete del tratto gastrointestinale e non, almeno inizialmente, dalla mucosa, cioè dallo strato più interno della parete.

Vi sono infine casi in cui la diagnosi di GIST viene fatta incidentalmente a seguito di un esame, per esempio un’endoscopia, o anche un intervento chirurgico, eseguiti per altri motivi. Spesso si tratta di GIST molto piccoli, facilmente a minore rischio di esiti gravi.

Come si stabilisce se si tratta di tumori stromali del tratto gastrointestinale (GIST)

Di fronte a sintomi sospetti, gli esami più indicativi sono:

Eco-endoscopia: tecnica diagnostica che consiste nella combinazione dell’esame ecografico con quello endoscopico. È particolarmente indicata per la caratterizzazione di masse sottomucose della parete del tubo digerente, e permette di definire il grado di estensione circostante.

Endoscopia: esame che permette di visualizzare direttamente le pareti interne, mediante l’introduzione di un tubo sottile e flessibile che ha in cima una piccola telecamera, tramite il quale possono anche essere eseguita una biopsia (prelievo del tessuto tumorale). Tuttavia si precisa che siccome i GIST sono lesioni interessanti la sottomucosa, la biopsia eseguita per via endoscopia su mucosa indenne potrebbe risultare falsamente negativa.

  • Ecografia: è una tecnica radiologica che permette di visualizzare le parti interne del corpo come immagini a due dimensioni: utilizzando onde sonore ad alta frequenza (ultrasuoni);
  • Tomografia assiale computerizzata: indicata con le sigle TAC o meglio TC (CT in inglese), è una metodica diagnostica per immagini, che sfrutta radiazioni ionizzanti (raggi X) e consente di riprodurre sezioni (tomografia) corporee del paziente ed elaborazioni tridimensionali. Per la produzione delle immagini è necessario l’intervento di un elaboratore di dati (computerizzata). L’aggettivo “assiale” è inappropriato perché obsoleto: le moderne metodiche permettono scansioni trasversali e ricostruzioni delle immagini su ogni piano e non solo su quello assiale;
  • RM (Risonanza Magnetica): utilizza campi magnetici e onde radio per produrre immagini tridimensionali. E’ innocua perché non utilizza radiazioni ionizzanti, ma i macchinari sono meno diffusi nei centri medici perché più’ costosi.
  • Pet (positron emission tomography): è la più nuova e la più costosa fra le tecniche di diagnostica medica ed è un esame che sfrutta i positroni, le antiparticelle degli elettroni, che si formano in particolari reazioni di decadimento radioattivo, per visualizzare il funzionamento di un organo. A differenza della Tac, che dà informazioni sulla forma degli organi, la Pet ne rivela l’attività. Nei GIST la PET trova utilità nella stadiazione della malattia iniziale, nella valutazione precoce della risposta alla terapia e in caso di sospetta recidiva di malattia.
    Biopsia: può essere eseguita con ago apposito in corso di endoscopia, ecografia o tomografia oppure per via laparoscopica o laparotomica. Il materiale prelevato viene sottoposto ad analisi istologica ed immunoistochimica, per la diagnosi definitiva di GIST. Per meglio approfondire questo aspetto, vi invitiamo a leggere il documento  DIAGNOSI.

Sono rischiosi questi esami per il paziente?

Tutti questi esami sono in genere ben tollerati. Solo gli esami endoscopici (gastroscopia e rettocolonscopia) possono essere fastidiosi. E’ comunque opportuno che, al momento della prescrizione, il paziente riceva le necessarie informazioni in relazione ai diversi esami a cui verrà sottoposto.

Fondazione Italiana GIST ETS

Sede Legale: c/o Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Via G. Venezian 1
20133 Milano (MI)
info@gistonline.it
PEC arubainfogistonline@pec.it
Codice Fiscale 06018620960

Social